"Dietro ai suoi occhi c'è terra bruciata, e uno spirito abbandonato. Se si potesse guardare oltre, si vedrebbe la sua ingenuità e dolcezza; era una ragazza piuttosto timida e riservata prima che la sua vita venisse distrutta dal fato..." [Marika e Perla - prologo]

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  Dicono che puoi diventare ciò che vuoi, che basta solo volerlo e un giorno ce la farai.
Cazzate.
Tu diventerai solo quello che potrai diventare, perché sarà il destino a decidere tutto e probabilmente tu non potrai nemmeno avere voce in capitolo.
Io non ho scelto di essere così, e credimi: non ne vado per niente fiera."


Ecco ciò che recita la quarta di copertina, quella che viene comunemente chiamata lo specchietto per le allodole. Sono righe nate di fretta, direttamente nell'e-mail che doveva recapitarle alla casa editrice, e rappresentano la base del pensiero di Marika, il punto di partenza per iniziare a comprenderla.

Zafon ha scritto: "Per tutta la vita avevo sentito che le pagine che lasciavo al mio passaggio erano parte di me. La gente normale mette al mondo dei figlio; noi romanzieri dei libri" (tratto da L'ombra del Vento).
Sono molto legata a questo libro, non lo nego. La prima volta che ho toccato la copertina mi sembrava che lo stesse facendo la mano di qualcun altro, che non potesse essere realmente la mia; quando ho fatto frusciare le pagine, sentivo le voci dei miei personaggi prendere un bel respiro e urlare che ora sì, esistevano anche loro, erano nero su bianco e nessuno gliel'avrebbe mai tolto. Li ho sentiti parlare e visti sorridere, a dispetto magari del loro carattere o ruolo. Mi sono sentita... beh, spero possiate comprenderlo anche da soli.


Di cosa parla?
Qui viene il bello: questo libro non parla. Vive. La strutturazione in prima persona singolare al tempo presente permette di catapultare il lettore nel monolocale di Marika, nello stanzino in cui viene nascosta a casa di Simon o nella corsa in quella strada maledetta, con Izidor alle calcagna... 
I miei lettori del sito in cui l'avevo precedentemente pubblicato mi hanno detto molto spesso che l'introspezione era la cosa che apprezzavano di più e io ho cercato di mantenerla in ogni capitolo. Rispetto alla versione del web, questa cartacea ha approfondito meglio alcuni aspetti della vita dei protagonisti e corretto incongruenze e dettagli della trama. 


E' una storia di riscatto, di tenacia e destino crudele (mi chiamano "la perfida" non per nulla) che assillano Marika, la protagonista, lungo tutto il suo percorso verso una vita migliore, verso la vita che prima della scomparsa dei genitori aveva. Attraverso vari alti e bassi, conoscenze che è meglio perdere e altre che invece van custodite gelosamente, la vediamo destreggiarsi come può, come una leonessa ferita che si rialza ancora una volta, fino ad una scelta importante che cambia decisamente il corso della sua storia.







Questo libro rappresenta per me un punto di partenza per un'avventura più grande. Sto già lavorando a diversi progetti futuri e sento davvero nei polpastrelli la forza di mettere al mondo un capitolo in più, anche se gli occhi magari si lamentano ed è tardi, domani farò tardi a lezione... ma no, rispondono loro, ben radicati sui tasti, no: noi vogliamo andare avanti, sentiamo di potercela fare. 
"Marika e Perla" è solo il primo passo. 

Vi aspetto tra le pagine di "Marika e Dafni", prossimamente ^.-

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