In
mezzo al cemento e al caos, alle persone che corrono e alle macchine
che stridono e incombono ogni due passi; con orari impossibili da
rispettare, chiunque si trasforma in centometristi, tra lo
sferragliare dei tram e le urla dei parcheggiatori selvaggi.
Con
in mano libri pesanti e costosi, pieni di pagine che parlano di cose
che ancora non conosco e che mi fanno paura, cerco un momento, in
quella giornata afosa, per fermarmi e metterli nello zaino, dove
pesano come incudini e mi curvano la schiena; mentre il vento mi
distrugge i capelli pettinati con tanta cura poche ore prima e la
giacca mi da' tremendamente fastidio, a caccia di un pranzo a poco
prezzo per poi andare a sostenere un esame senza sapere se non
l'infarinatura di base di ciò che mi verrà cinicamente richiesto,
passo una normale giornata tipo all'università.
Stacco
in fretta un morso al panino e parte della salsa mi cola sulle dita
mentre una fogliolina di verdura vola a terra.
Alzo gli occhi al
cielo, esasperata, e una briciola di pane mi scivola giù dalle
labbra schiuse mentre la luna, bianca e sbucata all'improvviso tra le
nuvole grigie, inonda le mie iridi.
Lontana,
serena, immortale.
Un
respiro anomalamente tranquillo mi riempie i polmoni e percepisco una
sensazione di sollievo. Il mondo accanto a me sembra acquietarsi, non
tranquillizzarsi ma farsi più soave, più distante.
Sarebbe
magnifico essere realmente più distante, isolata dal caos della vita
e della società terrestre. Sarebbe magnifico vivere sulla luna.
Mi
immagino girovagare tra i crateri spumosi, arrampicarmi su scalinate
di cristallo o rotolare nella polvere lunare e scintillante. Imagino
come dev'essere scoprire cosa c'è al di là dello spicchio
illuminato, chissà quali meraviglie cela la parte di luna che noi
non vediamo mai. Ci saranno animali magici o piante dalle foggie mai
viste e nemmeno immaginate?
Sarebbe
magnifico, qualunque cosa ci fosse. Non ci sarebbero comunque esami,
né orari, né corse se non per puro piacere. Niente impegni, niente
desolazione, niente...
Un
senso di desolazione mi pervade e sento le palpebre tremare.
Perché
sei così lontana, Luna?
Troppo
bella per essere vera e troppo vera per essere mia.
Perché
sei così?
I
libri tornano a pensare sulle mie spalle e la tua vista si dissolve,
oscurata dalle nubi della terra. Il mondo, attorno a me, torna a
girare furioso come una trottola; il vento mi scompiglia e arruffa
nuovamente i capelli e un'altra foglia di verdura scappa rapida dalla
presa del panino ormai freddo.
Una
ragazza trafelata mi urta per sbaglio e le cadono i libri di
giurisprudenza sui miei piedi, mentre un uomo in giacca e cravatta
urla arrabbiato al telefono, poco più in là, e una graziosa bambina
di passaggio piange battendo i piedi per terra di fronte ad una nonna
che alza gli occhi al cielo e sospira stanca.
Voglio
vivere sulla Luna.
~