"Dietro ai suoi occhi c'è terra bruciata, e uno spirito abbandonato. Se si potesse guardare oltre, si vedrebbe la sua ingenuità e dolcezza; era una ragazza piuttosto timida e riservata prima che la sua vita venisse distrutta dal fato..." [Marika e Perla - prologo]

sabato 3 marzo 2012

Introducing the Book


Nel Maggio scorso ho iniziato a riconsiderare seriamente una mia fanfiction, nata nel 2008 e ora cancellata per ovvi motivi, la cui trama era sufficientemente arzigogolata da poter meritare qualcosa di più di pixel e nomi presi in prestito dai manga. Dopo qualche mese di rielaborazione, progetti scritti su post-it regolarmente persi e reinventati e di costrizione di amici (santi!) per leggere ciò che stava venendo fuori... ecco che la fanfiction è diventata libro cartaceo e ora è oggetto di questo blog.

Può sembrare banale, ma ritengo la scrittura il mio vero sfogo e modo di esprimermi; sono anni che invece di piangere o arrabbiarmi mi chiudo in camera e piantono scrivania e pc finché non ho riempito almeno una ventina di pagine di word. Talvolta, quel che esce da questi flussi finisce nelle mie storie, ma è piuttosto raro.
Dico questo per mettere le mani avanti e rispondere alla tipica domanda che suscita la lettura di Marika e Perla: "Ma è autobiografico? Almeno un pochino?"
No, affatto. Come ho detto nel post di presentazione, trovo le trame comuni troppo banali e nel mio libro ho cercato di trovare il colpo di scena ad ogni capitolo, come se una folata di vento dovesse ribaltare le carte ogni volta che in alto compare il numero successivo. E' un metodo che ho iniziato ad usare nelle mie fanfictions, quando volevo a tutti i costi non far scendere il numero di recensioni dei vari capitoli e quindi ero solita spremere le meningi finché non mi usciva una nuova bomba da lanciare e, ancora oggi, non lo ritengo cattivo.
Per quanto riguarda lo stile, è evidente che non ho usato il classico "terza persona singolare al passato" e nemmeno il "prima persona singolare al passato" che ultimamente sta tornando di moda. Io ho giocato il mio stile di scrittura su una (difficile, almeno da sviluppare per tanto tempo) prima persona singolare al presente, mio esperimento letterario che cerca di coinvolgere il più possibile il lettore, facendogli toccare veramente con mano le varie vicende narrate.
I ritmi sono serrati e le tinte sono forti ma, in fondo, la vita non è a colori pastello...
Enojy your reading! ^^

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